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Vai alle sezioneCome richiedere il rimborso delle vacanze per positività Covid tramite PEC
Se le vacanze vengono cancellate a causa del Covid, si può chiedere un rimborso: ecco perché usare la PEC
Le vacanze del 2022 sono quelle del ritorno alla normalità dopo due anni segnati dalla pandemia da Covid-19; il recente balzo dei contagi da Omicron 5, proprio in prossimità delle tanto attese vacanze, sta però costringendo molte persone a fare i conti con i rischi di un tampone positivo a ridosso della partenza.
Vediamo quindi cosa si può fare se si scopre di essere positivi prima di partire per le vacanze, e come richiedere un rimborso per una vacanza rovinata o cancellata tramite PEC.
Rimborso per Covid: quando si può richiedere
Secondo le direttive del Decreto Legge 17 marzo 2020 n. 18, anche noto come “Cura Italia”, tutti i viaggiatori che sono costretti a cancellare un viaggio o un soggiorno per positività al Covid hanno diritto al rimborso per la disdetta.
Oggi il tampone non è quasi più richiesto per viaggiare, ma se si ha il sospetto di aver contratto il Covid è lecito ricorrere a un tampone antigenico o molecolare per fugare ogni dubbio. Di fronte a un tampone positivo, la normativa oggi in vigore prevede un isolamento piuttosto breve, ma abbastanza lungo da rovinare un’intera vacanza:
- Chi non è vaccinato, ha completato il ciclo di vaccinazione da più di 120 giorni e chi è guarito dal Covid da più di 120 giorni, è sottoposto a un isolamento di 10 giorni, al termine dei quali si può uscire con tampone negativo;
- Chi è vaccinato con la terza dose, ha completato il ciclo vaccinale oppure è guarito da meno di 120 giorni resta in isolamento per 7 giorni.
Il rimborso per Covid si può richiedere quando si è costretti ad annullare un viaggio a causa di positività al Coronavirus. Non sussistendo più l’obbligo di isolamento fiduciario in caso di contatto con un positivo, in questi casi non sono previsti specifici risarcimenti legati al Covid.
Vacanze cancellate: cosa prevede la legge
Oltre al Decreto Cura Italia, la questione dei rimborsi è regolata dall’articolo 1463 del Codice Civile e dal Codice della navigazione italiano. Il Codice civile mette in chiaro che nel caso di “sopravvenuta impossibilità della prestazione dovuta”, il pagamento per la prestazione non può essere richiesto. Nel caso in cui si sia già parzialmente pagato, anzi, la parte liberata dal contratto deve restituire quanto già incassato.
A scendere nel dettaglio per quanto riguarda viaggi e spostamenti ci pensa il Codice della navigazione, che all'articolo 945 stabilisce: “Se la partenza del passeggero è impedita per causa a lui non imputabile, il contratto è risolto e il vettore restituisce il prezzo di passaggio già pagato”.
Il rimborso spetta anche nel caso in cui l’impedimento riguardi uno dei compagni di viaggio congiunti, ma è fondamentale informare la compagnia tempestivamente, poiché “il passeggero è responsabile del danno che il vettore provi di aver sopportato a causa della ritardata notizia dell’impedimento, entro il limite massimo dell’ammontare del prezzo del biglietto”.
Come richiedere un rimborso per Covid via PEC
Appare subito chiaro che quando si tratta di danno da vacanza rovinata per cause di forza maggiore gli attori in gioco siano il viaggiatore e l’azienda presso cui si sono acquistati titoli di viaggio o di soggiorno che si è impossibilitati a utilizzare: siamo quindi nell’ambito dei rapporti commerciali tra soggetti privati.
Come spiegato dal Codacons in una recente guida al rimborso, nel caso in cui si contragga il Covid prima di partire “occorre chiamare le strutture ricettive, agenzie di prenotazioni, tour operator o agenzia di viaggi presso cui abbiamo acquistato i servizi, aprendo una segnalazione sulla malattia allegando l'esito del tampone e certificato medico”.
Questa operazione coincide con l’avvio della pratica. La richiesta di rimborso, come avviene in tutti gli altri casi di disdette tra privati, andrebbe recapitata via Raccomandata A/R oppure tramite PEC.
Volo cancellato: perché usare la PEC?
Oltre ad avere pieno valore legale, la Raccomandata A/R e la PEC sono opponibili a terzi in caso di controversia; si tratta quindi di strumenti essenziali nei casi in cui si debba procedere con pratiche e richieste ufficiali, soprattutto quando la data dell’invio è un fattore determinante.
Nel caso di un soggiorno o di un volo aereo cancellato, è di fondamentale importanza essere tempestivi nelle comunicazioni: come riportato sopra, il Codice della Navigazione prevede esplicite penalità per la “ritardata notizia dell’impedimento”, che possono arrivare fino al prezzo totale del biglietto.
Un ritardo nelle comunicazioni, quindi, potrebbe vanificare totalmente l’intenzione di essere rimborsati. È per questo motivo che la PEC è lo strumento elettivo per risolvere in breve tempo e nella maniera più efficiente possibile una situazione del genere.
Oltre a garantire la stessa validità legale della Raccomandata con ricevuta di ritorno, la PEC è il mezzo in assoluto più veloce per inviare una comunicazione ufficiale in cui data e ora dell’invio siano opponibili a terzi. Inoltre, una casella PEC domicilio digitale consente di inviare tutte le richieste di rimborso ai vari esercenti coinvolti nella vacanza saltata al costo di una sola Raccomandata tradizionale.
Come inviare l’istanza di rimborso via PEC
Come dicevamo, una richiesta di rimborso per Covid, che sia nei confronti di una compagnia aerea oppure rivolta a una catena di alberghi, rientra nelle disdette tra privati. Va quindi redatta in maniera ufficiale, firmata, accompagnata dalla copia di un documento d’identità del richiedente e inviata tramite Raccomandata o PEC.
Mentre nel caso delle strutture ricettive bisogna valutare di volta in volta cosa si è sottoscritto in sede contrattuale, e non è detto che sia previsto un rimborso Covid, per quanto riguarda le compagnie che si occupano di trasporti esiste una prassi condivisa, che fa capo al Codice del Turismo italiano.
In generale le compagnie non suggeriscono di inoltrare la richiesta di rimborso via PEC, consigliando piuttosto di passare tramite contact center telefonici o segnalazioni tramite form da compilare online.
Per alcune compagnie, come ITA Airways che ha recentemente sostituito Alitalia, il rimborso Covid in caso di cancellazione può essere richiesto tramite un apposito modulo online oppure nelle biglietterie. La compagnia di bandiera consiglia caldamente di contattare il Contact Center dedicato al numero 800 936090.
Anche per il treno Italo il rimborso Covid si può ottenere tramite contact center telefonico, che risponde al numero 892020, così come avviene grosso modo per tutte le altre compagnie di trasporti. È bene però sapere che non sono state poche, in questi ultimi due anni, le segnalazioni di mancati rimborsi da parte di compagnie aeree, che in alcuni casi esigevano di rimborsare il cliente esclusivamente con l’emissione di voucher.
Inviare una PEC, oltre a contattare i vari contact center dedicati, è un’operazione molto semplice, capace però di garantire la certificazione di data, ora e contenuto della segnalazione: un accorgimento in più per essere certi che il proprio diritto ad essere rimborsati venga rispettato.
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